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“Panettone” significherebbe dunque “grande pane”. In realtà l’accrescitivo di pane è “panone”: da qui l’idea di alcuni secondo cui il termine potrebbe derivare dal voluminoso panetto di burro delle botteghe, diviso poi tra i clienti, o al panetto di lievito che nelle fasi della preparazione del dolce assumeva grosse dimensioni. Nel 1495, il cuoco di Ludovico il Moro brucia il dolce del cenone natalizio. Il garzone, Toni, ha un panetto di lievito messo da parte per sé con cui impasta un dolce strepitoso, detto appunto “pan del Toni”, che diventa tradizione. Alcune versioni vogliono lo sguattero bruciare la pietanza finale, in altre è lo stesso dolce bruciato, contenente uva, che su idea di Toni viene servito ugualmente, giustificando la crosta come una particolarità. Le varianti sono numerose, ce n’è una per ughett… A Natale in ogni casa si metteva un grosso ceppo di legno sul fuoco. Poi tutti i commensali mangiavano delle fette di pane di frumento distribuite dal capofamiglia, che ne conservava una per l’anno successivo, come buon augurio. Quel pane aveva, soprattutto per i poveri, un valore speciale. I fornai infatti, tranne quelli che panificavano per i nobili, durante l’anno avevano il divieto di usare farina di frumento, pregiata e prerogativa dei ricchi. Le Corporazioni milanesi avevano però deciso che a Natale tutti mangiassero lo stesso pane, detto “Pan de Sciori” o “Pan de Ton”, cioè pane dei signori, di lusso, che veniva arricchito con zucchero, burro e uova. Quella che si può iniziare a definire una ricetta del panettone risale al 1549. Cristoforo di Messisbugo, un cuoco di Ferrara, elenca gli ingredienti di un dolce delle zone milanesi -farina, burro, zucchero, uova, latte e acqua di rose- aggiungendo che deve ben lievitare e avere forma tonda. La prima definizione ufficiale di panettone è del 1606: il “panaton”, nel dizionario milanese-italiano, è un grosso pane preparato a Natale. Nel primo dopoguerra l’introduzione del lievito madre e l’aggiunta di più uova e burro arricchiscono la preparazione del dolce e fanno sì che essa richieda l’uso di uno stampo, che vede il panettone slanciarsi verso l’alto e nello stesso tempo verso l’industrializzazione, la diffusione di massa. Assieme all’amico e rivale pandoro, il panettone arriva su tutte le tavole e diventa il dolce tipico del Natale italiano. Ancora oggi, già da novembre, i panettoni industriali si accalcano sugli scaffali del supermercato. I laboratori artigianali come quello della Pasticceria Emme Due, via della Massimilla 61a-63 hanno sicuramente preso spunto dalle modifiche apportate alla ricetta dei panettoni diventati poi di largo consumo. Le hanno assimilate e utilizzate per migliorare le loro. Panettoni sia alti che bassi convivono ormai nelle pasticcerie ma in entrambi i casi non hanno niente a che vedere con quelli industriali. La nobile tradizione artigianale è rimasta, si è perfezionata e ha visto anch’essa allargare i suoi confini. Celebra anche tu la festività più attesa con i dolci di Natale: panettoni e pandori artigianali tradizionali, al cioccolato, al pistacchio. Stelle di Natale farcite con nutella e pistacchio e cesti ricchi di specialità varie anche personalizzati. Disponibili sul momento e su ordinazione. Passa trovarci, ti aspettiamo! Com’è nato il panettone
Il panettone oggi
Pasticceria Emme Due da il via ai dolci della tradizione
Quest’anno a grande richiesta, Pasticceria Emme Due ha prolungato la sua produzione di pastiere artigianali, per dare la possibilità a chi non è riuscito a trovarla prima di Pasqua di gustarsela con i propri cari. Approfitta anche tu, prenotane una, sono disponibili da oggi fino ad esaurimento scorta. Scrivici su 06.66180642 | 327.3590483 e ricorda sempre di rispettare la coda fuori dal negozio, indossare la mascherina e disinfettarti le mani con l’apposito gel posizionato all’ingresso del nostro negozio.
Ci trovi in via della Massimilla 61A
]]>Gli ingredienti principali per preparare una bella torta mimosa da regalare in occasione della Giornata della donna sono Pan di Spagna, crema chantilly e gocce di cioccolato.
La ricetta per preparare la torta Mimosa Emme Due
Per prima cosa è necessario preparare il pan di Spagna sia per la base che per la decorazione del dessert: la copertura dovrà infatti ricordare i fiori della mimosa, ma per la farcitura la nostra versione prevede la crema chantilly e gocce di cioccolato.
Come preparare il pan di Spagna
Mettete in una terrina i tuorli di sei uova con 250 gr. di zucchero, da mescolare energicamente. Poi unite 300 grammi di farina setacciata a pioggia e una bustina di vanillina; incorporate delicatamente gli albumi e montate a neve. Imburrate e infarinate una teglia a bordi piuttosto alti, del diametro di circa 24 centimetri, quindi infornate a 180 gradi per circa 30 minuti. Una volta cotto, sfornatelo e lasciatelo raffreddare.
Come preparare la crema chantilly
Approfittate del tempo in cui cuoce il pan di Spagna per preparare la crema chantilly. Mescolate in una terrina 4 tuorli d’uovo con 5 cucchiai di zucchero, aggiungete poi 40 gr. di farina, la buccia di un limone grattugiata e una punta di vanillina. Mettete sul fuoco 400 ml. di latte e quando è bollente versatelo a piccole dosi sul vostro composto, continuando a mescolare con la frusta. A questo punto, mettete la terrina sul fuoco, girando con un cucchiaio di legno. Quando la crema si addenserà, toglietela dal fuoco e lasciatela freddare, continuando a mescolare per evitare che si formi una pellicola sulla superficie. Mentre aspettate che si raffreddi, montate a neve 250 gr. di panna fresca e poi amalgamatela alla crema.
Assemblaggio
Prendete il pan di Spagna e tagliate orizzontalmente la parte superiore. Svuotate poi la base e tenete da parte la mollica per la copertura della torta. Inumidite quindi il pan di Spagna spennellando la bagna composta da sciroppo di zucchero, poi riempite la base con la crema chantilly, senza finirla del tutto. Chiudete la torta con la calotta di pan di Spagna, anch’essa bagnata; ricoprite tutta la torta con la crema chantilly rimasta e poi decoratela con le molliche di pan di Spagna, che andranno distribuite uniformemente in superficie, formando una soffice cupola. Prima di servirla, lasciate la torta Mimosa in frigo per almeno un’ora, sia per la Giornata della donna che in ogni altra occasione.
In occasione della Festa della Donna, da Pasticceria Emme Due puoi trovare un vasto assortimento di torte: torta mimosa classica, mimosa al bacio, mimosa alla frutta, mimosa ai frutti di bosco e mimosa alla nutella. a forma di cuore pronte.
Per info e prenotazioni vieni a trovarci in via della Massimilla 61A oppure telefonaci ai nostri recapiti 06.66180642 | 327.3590483 e ricorda sempre di rispettare le norme di sicurezza indossando la mascherina e disinfettandoti le mani con l’apposito gel posizionato all’ingresso del nostro negozio.
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